La HBW sponsor della “One Shot”

La HBW sponsor della “One Shot”

SOFFIO_ONESHOT10330339_451793921622008_4988079331446080059_n

La HBW srl, produttrice del sistema Rigenera ideato dai Dott Graziano e d’Aquino per la rigenerazione dei tessuti, sarà sponsor del team di motonautica Soffio Fast Rib nell’evento in cui il Soffio 34 cercherà di stabilire il record sulla tratta Napoli-Capri. La Soffio Fast Rib è un team giovane e italiano che con la sua barca tutta made in italy ha stracciato ogni record di velocità.La HBW è sin dall’inizio uno sponsor di questo gruppo che punta al rilancio del settore della nautica di velocità; per la società produttrice di Rigenera è stato un avvicinamento naturale al mondo delle onde, essendo HBW l’acronimo di Human Brain Wave! Rigenera e Soffio 34, 2 invenzioni italiane, 2 team giovani e con voglia di emergere nel new made in Italy!

Consorzio BRIMAX ai blocchi di partenza

Nell’ambito di Horizon2020, il programma della Comunità Europea per il finanziamento della ricerca biomedica, è stata presentato un progetto di ricerca per un trial clinico multicentrico della tecnologia Rigenera per la rigenerazione dell’osso maxillo-facciale. Il Dott. Riccardo d’Aquino, il Dott. Antonio Graziano, inventori di Rigenera, e la HBW srl, azienda produttrice di Rigenera, DSC_0479faranno parte del consorzio “BRIMAX” (Bone Rigeneration in oral-maxillo-facial surgery): insieme a ricercatori e medici provenienti da Germania, Irlanda, Belgio e Italian, studieranno gli effetti sulla rigenerazione ossea in campo odontoiatrico di questa rivoluzionaria tecnologia per applicazioni cliniche di ingegneria tissutale.

Le afte: guida alla comprensione e al trattamento

Le afte sono lesioni della mucosa della bocca che si presentano come ulcerazioni dolorose tondeggianti, generalmente del diametro di pochi millimetri, non rilevate sul piano mucoso, con una superficie biancastra circondato da un alone rosso, dovuto all’iperemia conseguente all’infiammazione.

La mucosa interessata è generalmente la porzione di mucosa orale non cheratinizzata, presente nel vestibolo, nel ventre linguale, nel pavimento orale e la porzione buccale della mucosa labiale.

Questa prima forma di aftosi prende il nome di “minor”, coinvolge porzioni di mucosa non superiori ai 10mm, ha un decorso benigno caratterizzate da una spontanea remissione della sintomatologia entro 4-5 giorni dall’esordio della lesione, con restituito ad integrum della zona di mucosa interessata entro 14 giorni dall’esordio;
esistono poi altre 2 forme di aftosi, una forma major, caratterizzata da un diametro che può raggiungere e superare il centimetro, e una forma erpetiforme, in cui la mucosa interessata può essere quella del palato o del dorso linguale; queste ultime 2 forme sono particolarmente dolorose e per la loro terapia si può ricorrere a corticosteroidi locali o, nei casi più gravi, a somministrazione sistemica.

La patogenesi delle afte è una vasculite mediata da immunocomplessi in cui l’immunità innata così come i radicali liberi, giocano un ruolo molto importante. La reazione aftosa va interpretata come una reazione immunologica aberrante dominata dall’intervento dei TH2.

Di particolare interesse clinico è l’aftosi ricorrente, una patologia che può presentarsi come un fenomeno isolato a sé stante, oppure far parte di un corredo sintomatico in un quadro sindromico, quale ad esempio la S. di Behcet.

Per quanto riguarda le manifestazioni non inseribili in un quadro sindromico, nell’80% dei casi la stomatite aftosica ricorrente si presenta con forme minor.
Generalmente la stomatite aftosica ricorrente interessa le donne, i soggetti sotto i 40 anni, non fumatori e di medio-alto status socio-economico.

Questo tipo di fenomeno può interessare fino al 25% percento della popolazione in determinati periodi e alla sua genesi sono stati chiamati in causa sia fattori genetici che ambientali, quali ad esempio traumi orali, lo stress, cambiamenti ormonali quali quelli dovuti al ciclo mestruale, infezioni o allergie a conservanti alimentari.

Deficit vitaminici o alimentari sono stati altresì chiamati in causa, sebbene la somministrazione dei fattori mancanti non porti ad una remissione della sintomatologia.
Il tabagismo è considerato un fattore protettivo per l’insorgenza di fenomeni aftosici, per cui la sospensione dell’abitudine viziata può portare alla sua comparsa in soggetti che prima non ne avevano mai manifestato i sintomi.

Poiché la stomatite aftosica ricorrente può essere una msnifestazione orale di una sindrome sistemica, vanno indagate la presenza di diarrea, rapido dimagrimento, che potrebbero suggerire una patologia gastrointestinale, come un crohn o una retto colite ulcerosa o un enteropatia da glutine; ulcere genitali o uveiti potrebbero suggerire un s. di Behcet, così come dolori articolari potrebbero rimandare a forme reumatiche quali la s. di Reiter.

Nel bambino la presenza di febbre, solitamente assente, associata a episodi ricorrenti aftosici è indice della sindrome PFAPA, in cui sia faringiti, adeniti e appunto febbre si associano alle afte. L’aftosi ricorrente, qualora si accompagni a placche o noduli cutanei eritematosi, può essere spia della sindrome di Sweet, un complesso sintomatologico proprio di alcune gravi malattie come le leucemie.

Anche l’assunzione di particolari farmaci in pazienti predisposti potrebbero causare fenomeni ricorrenti di aftosi; i principali farmaci imputati sono i FANS, i beta-bloccanti, l’alendronato (FOSAMAX) e il nicorandil, un anti-anginoso commercializzato con il nome di IKOREL o PRECOND.

Anche alcuni alimenti possono funzionare da stimolo per un episodio aftosico in soggetti predisposti: bevande alcoliche e gasate, cibi molto piccati o speziati ad esempio andrebbero evitati; anche alcuni prodotti per l’igiene orale, quali dentifrici o colluttori contenenti sodio lauril solfato, andrebbero per lo stesso motivo eliminati.

Durante gli episodi aftosici tra gli antisettici orali quello che ha dimostrato maggiore efficacia è la clorexidina, al fine di evitare una sovrapposizione batterica secondaria della lesione; allo stesso modo colluttori antiinfiammatori come il diclofenac al 3% e degli emollienti, possono alleviare il dolore durante la fase di guarigione della mucosa.

Colluttori a base di tetracicline, cosi come paste adesive contenenti corticosteroidi si sono rivelati particolarmente efficaci negli episodi caratterizzati da lesioni maggiori accompagnate da dolore intenso e prolungato.

Ad ogni modo farmaci ad azione locale sono considerati il trattamento standard nei casi lievi di stomatite aftosa ricorrente. Nei casi più severi le terapie locali sono utili nell’accelerare i tempi di guarigione di un singolo episodio, ma falliscono nel prolungare i periodi indenni da nuovi episodi.

Per la gran oarte dei pazienti la ionoterapia con colchicina o la combinazione di quest’ultima con pentoxifilline o prednisolone è soddisfacente. In ogni caso terapie sistemiche con farmaci immunomodulatori andrebbero valutate in maniera approfondita pesando rischi e benfici delle stesse per ciascun paziente.

http://www.medicitalia.it/minforma/odontoiatria-e-odontostomatologia/20/le-afte.html

Tecnica innovativa per il rialzo del seno mascellare

MINI SINUS LIFT AND TISSUE REGENERATION USING AUTOLOGOUS PULP MICRO GRAFTS: A CASE REPORT

Mini Rialzo del Seno Mascellare e rigenerazione tiisutale usando micro-innesti autologhi: relazione su un casoCamlog_d’aquino-2

A.Graziano, R.Romagnoli, R. D’Aquino

Introduzione

Attualmente il più grande problema del trasferimento della ricerca scientifica nella pratica clinica delle sperimentazioni di rigenerazione tissutale con cellule staminali riguarda non solo l’identificazione di una tecnologia che possa essere utilizzata nella routine clinica ma anche l’idividuazione di un sito donatore di elementi indifferenziati che sia accessibile e soprattutto performante. Nell’organismo umano si trovino numerevoli siti o nicchie ricche di cellule staminali che spesso sono di difficile accesso chirurgic oil chè implica un con alto tasso di morbidità 3-5 ,

Nel distretto testa-collo la polpa dentaria rappresenta un ottimo sito dove poter prelevare elementi indeffereziati incredibilmente abili di poter rigenerare differenti tessuti.6

Questo sito è facilmente accesibile e con un piccolo sacrificio di tessuto. E’ facile trovarsi al cospetto di elementi dentari da estrarre per motivi parodontopatici (elementi hopeless) o per malposizionamento. In questi casi il sacrificio tissutale è pressocchè uguale a zero. E’ possibile finance recuperare la polpa tramite trattamenti endodontici facendo sic he l’elemento dentario donator possa rimanere in sede senza arrecare nessun danno.7-9

Differenti studi, di diversi gruppi scintifici, hanno dimostrato le incredibili capacità differenziative insite negli elementi indifferenziati della polpa dentaria. Queste cellule possono essere isolate, con tecniche convenzionali, e stimolate a produrre differenti tessuti oppure possono essere criopreservate..1-11-12

L’incredibile potenziale di questi elementi rigenerativi, con le tecnologie comunementi presenti, non è trasferibile alla pratica clinica quotidiana. Per poter utilizzare queste cellule si è reso necessario elaborare un dispositivo abile nel separare ed isolare meccanicamente gli elementi progenitori dal resto delle strutture pulpari senza effettuare delle manipolazioni.

In questo caso clinico, caratterizzato dall’inserimento di tre impianti in mascellare superiore con rigenerazione ossea e mini sinus ed alla loro successive protesizzazione, presentiamo un nuovo metodo per isolare elementi rigeneranti da diversi tessuti pronti all’utilizzo clinico.

Materiali e Metodi

Il paziente C.S. , un maschio di 55 anni privo di patologie sitemiche e fumatore, si presentava alla nostra osservazione lamentando problemi ad una protesi posizionate all’emiarcata superior destra in sede 1.3 – 1.6., inserita circa 15 anni prima.

Da una attenta osservazione clinica risultava che i moncocni protesici erano completamnete compromessi e che la protesi non aveva più possibilità di essere inserita correttamente. Residuavano solo le radici dei suddetti monconi (Fig.).

Il paziente veniva sottoposto a terapia parodontale per controllare l’indice di placca e soprattutto veniva invitato a ridurre il fumo e successivamente tenuto sotto osservazione per circa un anno.

Dopo aver controllato che tutti i parametri fossero sotto controllo si è proceduto all’inserimento di impianti in sede 1.3, 1.4 ed 1.6. Contestualmente all’inserimento degli impianti in sede 1.4 e 1.6 veniva effettuato un minirialzo di seno secondo la tecnica M.I.S.E.. Per l’impianto in sede 1.3 veniva effettuata rigenerazione ossea vestibolare. Gli impianti in sede 1.3 e 1.6 venivano inseriti successivamente alle estrazioni delle radici concomitanti.

Sia per i minirialzi di seno che per la rigenerazione ossea vestibolare in sede 1.3 come material da innesto veniva utilizzata una matrice collagenica ricca di cristalli di idrossiapatite (Biostite – GABA Vebas) associata ad una sospensione cellulare ricca di elementi progenitori prelevati da polpa dentaria.

La polpa dentaria veniva prelevata da un elemento parodontopatico estratto in sede 3.6 e successivamente processata con tecnologia Rigenera. Dopo aver estratto il molare si procedeva, previa detersione dello stesso con CHX 0,2% in modo da spazzare via eventuali batteri residui, alla apertura della camera utilizzando uno sclapello da osso e martello (Fig.). In questo modo si evita di surriscaldare la struttura pulpare, cosa facilmente verificabile utilizzando degli strumenti rotanti. Successivamente con una courette si effetua il prelievo della polpa stessa (Fig.) e si procede ad inserire la stessa nel filtro apposito (Fig.) (Rigeneracons HBW srl, Torino) con l’aggiunta di 1 ml di soluzione fisiologica sterile. Una volta inserito il filtro nella Rigenera machines (Fig.). (HBW, Alta Tech) si attiva la macchina e dopo circa 40 secondi si è pronti ad aspirare la sospensione cellulare così ottenuta (Fig.). ed a confrontarla con il biomateriale(Fig.)..

Per i mini rialzi di seno si procedeva come segue. Dopo effettuato un sito pilota con una fresa di 1,8mm avendo cura di arrivare quanto più vicino alla corticale alveolare del seno mascellare ma facendo attenzione a non rompere la stessa, si procedeva ad utilizzare una fresa non tagliente in punta di diametro pari a 3mm e con stop alla lunghezza di lavoro della fresa pilota. Raggiunta l’altezza del sito pilota si procede aumentanto la lunghezza di lavoro di circa un millimetro alla volta fino a che la corticale non viene rotta. Successivamente si procede alla rettifica del sito avendo cura di non ledere la mucosa del seno mascellare ormai esposta. Con apposito strumento viene inserito il biomateriale imbibito che grazie alla spinta idrostatica della sospensione cellulare effettua lo scollamento della mebrana permettendo il vero aumento osseo in ambito sinusale. Ottenuto l’incremento desiderato si procedeva all’inserimento degli impianiti nei siti neoformati (Camlog Biotecnologies , Basile, Svizzera) (Fig.)..

Per quanto concerne la rigenerazione dvestibolare in sede 1.3, dopo aver effettuato le rettifica del sito implantare con apposite frese si è proceduto all’inserimento dell’impianto (Camlog Biotecnologies , Basile, Svizzera) (Fig.) ed alla successiva rigenerazione del sito tramite innseto del complesso biomateriale/sospensione cellulare ed alla copertura del tutto con una membrana riassorbibile in collagene (Remaix, Matricel GmbH, Herzogenerath, Germania) (Fig.). La membrana veniva solidarizzata con sutura riassorbibile. Il sito chirurgico veniva suturato con punti a materassaio orizzontale e punti staccati (Fig.).

Dopo circa 3 mesi dall’inserimento degli impianit si procedeva all’apertura degli stessi ed all’inserimento di un provissorio per il condizionamento delle mucose (Fig.) utilizzando dei temporary abutment in pec (Camlog Biotecnologies , Basile, Svizzera).

Dopo aver condizionato le mucose si procedeva al rilevamento delle impronte definitive ed all’elaborazione del manufatto protesico (Fig.).

Per la riabilitazione definitive si preferiva utilizzare monconi Esthomic PS (Camlog Biotecnologies , Basile, Svizzera) per sfruttarne le caratteristiche del platform switching.

Dopo circa sette mesi dall’intervento si procedeva all’inserimento della protesi definitive (fig.). La stessa veniva ricontrollata dopo circa tre anni (Fig.).

Disussione

Il Protocollo Rigenera è una procedura clinica di rigenerazione tissutale che si basa sulla creazione di micro-innesti autologhi in grado di accelerare e promuovere i processi di guarigione e rigenerazione nei siti dove vengono posizionati. Detti microinnesti vengono generati mediante la disgregazione meccanica del tessuto donatore nel filtro Rigeneracon a partire da frammenti tissutali di pochi millimetri dello stesso paziente, disgregazione che non lede la vitalità cellulare; contemporaneamente alla frammentazione, attraverso un filtro da 50 micron, avviene l’arricchimento delle cellule progenitrici vitali, essendo questi ultime caratterizzati da dimensioni medie inferiori rispetto alle cellule più mature e meno attive e per questo agevolate nel superamento di detto filtro. Il processo di disgregazione e filtrazione impiega circa un minuto e comincia dopo l’aggiunta di circa 1 ml di soluzione fisiologica sterile nel Rigeneracon e l’inserimento dello stesso nella Rigenera Machine che, mediante un albero motore opportunamente calibrato, attiva l’elica presente nel filtro. La sospensione tissutale recuperata dal chirurgo alla fine del processo può essere utilizzata per imbibire dei biomateriali e ricostituire così un biocomplesso dalle dimensioni pari fino a 20 volte il volume del frammento donatore di partenza.

Questa tecnologia apre nuovi spiragli alla rigenerazione clinica. L’utilizzo di progenitori cellulari può invadere i più ampi spazi della pratica clinica. La polpa, l’osso, il periostio così come i tessuti parodontali sono una grande fonte di progenitori utilizzabili per la rigenerazione del distretto maxillo facciale.

La presenza di strutture cellulari atte alla rigenerazione di un determinato tessuto all’interno di un innesto permette allo stesso di svolgere non solo la funzione di riempitivo ma di integrarsi completamente con le strutture residue in modo da avere un tessuto che sia identico strutturalmente e funzionalmente a quello andato perso in seguito alla noxa patogena. Da qui il ruolo svolto dai biomateriali non sarà più quello biomimetico ma sarà di sostituzione funzionale vera e propria ottenendo tessuti che saranno in grado di fronteggiare anche gli stress sopportabili solo dai tessuti nativi.

Poster Presentation al 5° Congresso Internazionale Camlog

Il Dott. Graziano e il Dr d’Aquino saranno presenti al 5° International Congress Camlog che si terrà a Valencia dal 26 al 28 Giugno con un Poster dal titolo: “Dalla Ricerca alla pratica clinica: l’opportunità dei micro-innesti”Untitled 2

Reference: Poster ICC 2014.

Authors: Dott. Riccardo D’Aquino – Dott. Antonio Graziano.
Private Practice, Turin, Italy.

From the research to the clinical practice: the micro-grafts challenge.

Abstract
In the last twenty years the stem cell research found several problems in transferring the scientific models into clinical practice.
The main reason is that the technical approach to the tissue engineering in animal research is not routinely repeatable in medicine, due to legal, clinical and technical issues. The only way to use the regenerative potentials of the tissue up to now in clinical medicine was in the grafting procedures, moving matrix, cells and factors from an healthy niche to an injured niche. The autologous grafts are preferable although they have some limits for the donor site in terms of tissue sacrifice and morbidity.
In addition, although the innovations during the last years, a crucial issue for the autografts remains the cell and tissue viability: after collection, it dramatically decreases, to percentages lower than 50% reducing the autograft regenerative capacities. The cells death is due to the vessel interruption and the subsequent reduction of the feeding for the tissue, but reducing the dimensions of the grafts, cutting the tissues to small particles or chips to allow the feeding by fluid diffusion for the first phase of healing, is itself a killer factor and cell death problem remains.
RIGENERA protocol is a new approach to the clinical regeneration of the human tissues through autologous micro-graft obtained by a CE Class I innovative medical devices called Rigeneracons.
Using the RIGENERA protocol the patient is, at the same time, the donor and the acceptor of calibrated micro-grafts of 50 micron and this system permits to increase the cell viability in the surgical site that need to be regenerated. The dimension of 50 micron has been choosed according the evidence showed from different scientific proofs (Baksh et al. 2004; Javazoth et al. 2004; Laino et al. 2005,2006; Porada et al. 2006, Graziano et al. 2007,2008)that in every solid tissue exists a side population rich of progenitor cells characterized by definite dimensions. The goal of Rigenera is to help the collection of viable progenitor after a specific filtration in a sterile suspension, that at the end of the process is ready to use as itself or after a mixing with a biomaterial to perform a graft of a biocomplex.