MINI SINUS LIFT AND TISSUE REGENERATION USING AUTOLOGOUS PULP MICRO GRAFTS: A CASE REPORT
Mini Rialzo del Seno Mascellare e rigenerazione tiisutale usando micro-innesti autologhi: relazione su un casoCamlog_d’aquino-2
A.Graziano, R.Romagnoli, R. D’Aquino
Introduzione
Attualmente il più grande problema del trasferimento della ricerca scientifica nella pratica clinica delle sperimentazioni di rigenerazione tissutale con cellule staminali riguarda non solo l’identificazione di una tecnologia che possa essere utilizzata nella routine clinica ma anche l’idividuazione di un sito donatore di elementi indifferenziati che sia accessibile e soprattutto performante. Nell’organismo umano si trovino numerevoli siti o nicchie ricche di cellule staminali che spesso sono di difficile accesso chirurgic oil chè implica un con alto tasso di morbidità 3-5 ,
Nel distretto testa-collo la polpa dentaria rappresenta un ottimo sito dove poter prelevare elementi indeffereziati incredibilmente abili di poter rigenerare differenti tessuti.6
Questo sito è facilmente accesibile e con un piccolo sacrificio di tessuto. E’ facile trovarsi al cospetto di elementi dentari da estrarre per motivi parodontopatici (elementi hopeless) o per malposizionamento. In questi casi il sacrificio tissutale è pressocchè uguale a zero. E’ possibile finance recuperare la polpa tramite trattamenti endodontici facendo sic he l’elemento dentario donator possa rimanere in sede senza arrecare nessun danno.7-9
Differenti studi, di diversi gruppi scintifici, hanno dimostrato le incredibili capacità differenziative insite negli elementi indifferenziati della polpa dentaria. Queste cellule possono essere isolate, con tecniche convenzionali, e stimolate a produrre differenti tessuti oppure possono essere criopreservate..1-11-12
L’incredibile potenziale di questi elementi rigenerativi, con le tecnologie comunementi presenti, non è trasferibile alla pratica clinica quotidiana. Per poter utilizzare queste cellule si è reso necessario elaborare un dispositivo abile nel separare ed isolare meccanicamente gli elementi progenitori dal resto delle strutture pulpari senza effettuare delle manipolazioni.
In questo caso clinico, caratterizzato dall’inserimento di tre impianti in mascellare superiore con rigenerazione ossea e mini sinus ed alla loro successive protesizzazione, presentiamo un nuovo metodo per isolare elementi rigeneranti da diversi tessuti pronti all’utilizzo clinico.
Materiali e Metodi
Il paziente C.S. , un maschio di 55 anni privo di patologie sitemiche e fumatore, si presentava alla nostra osservazione lamentando problemi ad una protesi posizionate all’emiarcata superior destra in sede 1.3 – 1.6., inserita circa 15 anni prima.
Da una attenta osservazione clinica risultava che i moncocni protesici erano completamnete compromessi e che la protesi non aveva più possibilità di essere inserita correttamente. Residuavano solo le radici dei suddetti monconi (Fig.).
Il paziente veniva sottoposto a terapia parodontale per controllare l’indice di placca e soprattutto veniva invitato a ridurre il fumo e successivamente tenuto sotto osservazione per circa un anno.
Dopo aver controllato che tutti i parametri fossero sotto controllo si è proceduto all’inserimento di impianti in sede 1.3, 1.4 ed 1.6. Contestualmente all’inserimento degli impianti in sede 1.4 e 1.6 veniva effettuato un minirialzo di seno secondo la tecnica M.I.S.E.. Per l’impianto in sede 1.3 veniva effettuata rigenerazione ossea vestibolare. Gli impianti in sede 1.3 e 1.6 venivano inseriti successivamente alle estrazioni delle radici concomitanti.
Sia per i minirialzi di seno che per la rigenerazione ossea vestibolare in sede 1.3 come material da innesto veniva utilizzata una matrice collagenica ricca di cristalli di idrossiapatite (Biostite – GABA Vebas) associata ad una sospensione cellulare ricca di elementi progenitori prelevati da polpa dentaria.
La polpa dentaria veniva prelevata da un elemento parodontopatico estratto in sede 3.6 e successivamente processata con tecnologia Rigenera. Dopo aver estratto il molare si procedeva, previa detersione dello stesso con CHX 0,2% in modo da spazzare via eventuali batteri residui, alla apertura della camera utilizzando uno sclapello da osso e martello (Fig.). In questo modo si evita di surriscaldare la struttura pulpare, cosa facilmente verificabile utilizzando degli strumenti rotanti. Successivamente con una courette si effetua il prelievo della polpa stessa (Fig.) e si procede ad inserire la stessa nel filtro apposito (Fig.) (Rigeneracons HBW srl, Torino) con l’aggiunta di 1 ml di soluzione fisiologica sterile. Una volta inserito il filtro nella Rigenera machines (Fig.). (HBW, Alta Tech) si attiva la macchina e dopo circa 40 secondi si è pronti ad aspirare la sospensione cellulare così ottenuta (Fig.). ed a confrontarla con il biomateriale(Fig.)..
Per i mini rialzi di seno si procedeva come segue. Dopo effettuato un sito pilota con una fresa di 1,8mm avendo cura di arrivare quanto più vicino alla corticale alveolare del seno mascellare ma facendo attenzione a non rompere la stessa, si procedeva ad utilizzare una fresa non tagliente in punta di diametro pari a 3mm e con stop alla lunghezza di lavoro della fresa pilota. Raggiunta l’altezza del sito pilota si procede aumentanto la lunghezza di lavoro di circa un millimetro alla volta fino a che la corticale non viene rotta. Successivamente si procede alla rettifica del sito avendo cura di non ledere la mucosa del seno mascellare ormai esposta. Con apposito strumento viene inserito il biomateriale imbibito che grazie alla spinta idrostatica della sospensione cellulare effettua lo scollamento della mebrana permettendo il vero aumento osseo in ambito sinusale. Ottenuto l’incremento desiderato si procedeva all’inserimento degli impianiti nei siti neoformati (Camlog Biotecnologies , Basile, Svizzera) (Fig.)..
Per quanto concerne la rigenerazione dvestibolare in sede 1.3, dopo aver effettuato le rettifica del sito implantare con apposite frese si è proceduto all’inserimento dell’impianto (Camlog Biotecnologies , Basile, Svizzera) (Fig.) ed alla successiva rigenerazione del sito tramite innseto del complesso biomateriale/sospensione cellulare ed alla copertura del tutto con una membrana riassorbibile in collagene (Remaix, Matricel GmbH, Herzogenerath, Germania) (Fig.). La membrana veniva solidarizzata con sutura riassorbibile. Il sito chirurgico veniva suturato con punti a materassaio orizzontale e punti staccati (Fig.).
Dopo circa 3 mesi dall’inserimento degli impianit si procedeva all’apertura degli stessi ed all’inserimento di un provissorio per il condizionamento delle mucose (Fig.) utilizzando dei temporary abutment in pec (Camlog Biotecnologies , Basile, Svizzera).
Dopo aver condizionato le mucose si procedeva al rilevamento delle impronte definitive ed all’elaborazione del manufatto protesico (Fig.).
Per la riabilitazione definitive si preferiva utilizzare monconi Esthomic PS (Camlog Biotecnologies , Basile, Svizzera) per sfruttarne le caratteristiche del platform switching.
Dopo circa sette mesi dall’intervento si procedeva all’inserimento della protesi definitive (fig.). La stessa veniva ricontrollata dopo circa tre anni (Fig.).
Disussione
Il Protocollo Rigenera è una procedura clinica di rigenerazione tissutale che si basa sulla creazione di micro-innesti autologhi in grado di accelerare e promuovere i processi di guarigione e rigenerazione nei siti dove vengono posizionati. Detti microinnesti vengono generati mediante la disgregazione meccanica del tessuto donatore nel filtro Rigeneracon a partire da frammenti tissutali di pochi millimetri dello stesso paziente, disgregazione che non lede la vitalità cellulare; contemporaneamente alla frammentazione, attraverso un filtro da 50 micron, avviene l’arricchimento delle cellule progenitrici vitali, essendo questi ultime caratterizzati da dimensioni medie inferiori rispetto alle cellule più mature e meno attive e per questo agevolate nel superamento di detto filtro. Il processo di disgregazione e filtrazione impiega circa un minuto e comincia dopo l’aggiunta di circa 1 ml di soluzione fisiologica sterile nel Rigeneracon e l’inserimento dello stesso nella Rigenera Machine che, mediante un albero motore opportunamente calibrato, attiva l’elica presente nel filtro. La sospensione tissutale recuperata dal chirurgo alla fine del processo può essere utilizzata per imbibire dei biomateriali e ricostituire così un biocomplesso dalle dimensioni pari fino a 20 volte il volume del frammento donatore di partenza.
Questa tecnologia apre nuovi spiragli alla rigenerazione clinica. L’utilizzo di progenitori cellulari può invadere i più ampi spazi della pratica clinica. La polpa, l’osso, il periostio così come i tessuti parodontali sono una grande fonte di progenitori utilizzabili per la rigenerazione del distretto maxillo facciale.
La presenza di strutture cellulari atte alla rigenerazione di un determinato tessuto all’interno di un innesto permette allo stesso di svolgere non solo la funzione di riempitivo ma di integrarsi completamente con le strutture residue in modo da avere un tessuto che sia identico strutturalmente e funzionalmente a quello andato perso in seguito alla noxa patogena. Da qui il ruolo svolto dai biomateriali non sarà più quello biomimetico ma sarà di sostituzione funzionale vera e propria ottenendo tessuti che saranno in grado di fronteggiare anche gli stress sopportabili solo dai tessuti nativi.